Il trattamento di un paziente oncologico ha
lo scopo di ottenere un miglioramento dello stato clinico del paziente fino a
raggiungimento, e quindi al mantenimento, di una condizione di benessere per un
tempo più lungo possibile.
Non si può parlare di accanimento
terapeutico se c’è assenza di sofferenza e c’è ritrovato piacere da parte del
paziente nel partecipare alla vita del suo branco famiglia.
Il veterinario oncologo metterà in atto tutte
le sue competenze secondo il principio di “scienza e coscienza” per salvaguardare
la dignità del paziente e della sua qualità di vita durante tutta la durata del
trattamento, avvalendosi anche dell’aiuto del team dei colleghi anestesisti per
programmare eventuali piani analgesici personalizzati.
L’ elettrochemioterapia è una metodica
innovativa in medicina veterinaria.Viene effettuata somministrando un
chemioterapico per via endovenosa e successivamente viene applicato un campo
elettrico attorno alla zona da trattare.
Questo campo elettrico altera
transitoriamente la permeabilità della membrana cellulare e permettere in tal
modo l’ingresso massivo del farmaco nell’area interessata.Il trattamento viene fatto con il paziente
in anestesia.
Può
essere utilizzata da sola, per trattare tumori non asportabili, oppure in
associazione a chirurgia, in modo da trattare i margini chirurgici delle
neoplasie non asportabili in maniera radicale o particolarmente aggressive
Per remissione si intende l’assenza di
malattia evidente. Non significa purtroppo che si sia ottenuta la guarigione,
ma che il tumore, in questa fase, è sotto controllo e che non compromette la
qualità di vita del paziente.
Una volta raggiunto questo traguardo sarà
importante proseguire con le terapie impostate al fine di “consolidare” la
remissione, per poi passare, in un secondo momento ad un regime di
monitoraggio.
La maggior parte dei farmaci richiedono
tempi di somministrazione inferiori alla mezz’ora. Esistono tuttavia protocolli
per cui viene richiesta una somministrazione della durata anche di più ore. I
proprietari possono rimanere con il proprio animale durante tutta la durata del
trattamento oppure, per incontrare le esigenze personali, le tarapie possono essere eseguite in regime di day
hospital, con ricovero al mattino e dimissioni in serata.
La cadenza della somministrazione potrà
essere giornaliera (in tal caso solo per specifiche terapie orali), settimanale
o ogni 2-3 settimane.
Gli effetti collaterali più
frequenti della chemioterapia sono rappresentati da manifestazioni
gastroenteriche come vomito e diarrea e diminuzione della produzione di cellule
da parte del midollo osseo (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine). Gli
effetti collaterali sono conseguenti all’interazione dei farmaci con i normali
meccanismi di divisione anche delle cellule non tumorali.
Le manifestazioni gastroenteriche,
se si manifestano, sono la maggior parte delle volte lievi e possono essere
facilmente gestite mediante la somministrazione di farmaci sintomatici.
Eventuali tossicità a carico del midollo osseo possono invece richiedere di
posticipare le sedute successive o l’utilizzo di farmaci che possano stimolare la
funzionalità del midollo. Sono rare le complicazioni che richiedano il ricovero
del paziente.
Alcuni farmaci chemioterapici,
infine, presentano dei profili di tossicità caratteristici (renali, epatici,
cardiaci) per cui verrà valutato lo stato di salute generale del paziente prima
del loro utilizzo ed in corso di svolgimento di terapia.
Per chemioterapia si intende il
trattamento di tumori mediante l’utilizzo di farmaci antitumorali.La somministrazione può avvenire
per via endovenosa, orale o intraperitoneale.
Lo scopo dei farmaci antitumorali
è di interferire con la duplicazione delle cellule tumorali.La scelta dei farmaci dipende dal
tipo di neoplasia e da fattori individuali del paziente.
Può essere utilizzato un solo
farmaco oppure possono essere impostati dei protocolli chemioterapici che
prevedano l’utilizzo di più farmaci secondo precisa tempistica ed alternanza.
Ogni protocollo proposto trova
supporto nella letteratura scientifica internazionale. L’oncologo clinico potrà
però decidere di modificare i protocolli standard al fine di salvaguardare la
qualità di vita del paziente, riconoscendo la sua unicità come individuo, con
rispetto ed umanità.
Abbiamo a disposizione numerose armi atte a combattere le
neoplasie: chirurgia, chemioterapia, terapia a bersaglio molecolare,
radioterapia, elettrochemioterapia.
La proposta terapeutica per un paziente deriva dall’analisi
contestuale di tutti i dati raccolti in sede di diagnosi e stadiazione
considerando ovviamente lo stato di salute generale del paziente e le patologie
concomitanti. Talvolta potrà essere consigliato un approccio multimodale, che
preveda cioè l’utilizzo di più metodiche, come ad esempio chirurgia e
chemioterapia.
Ogni proposta terapeutica verrà discussa attentamente con i
proprietari a cui verranno illustrati in modo approfondito i pro e i contro.
Per stadiazione si intende l’esecuzione di test atti a
stabilire l’estensione della malattia oncologica.
Ci si potrà avvalere della diagnostica per immagini
(ecografia/radiologia/tc/risonanza magnetica) e di prelievi citologici o
istologici dei linfonodi e di organi target per la localizzazione di metastasi.
Conoscere l’estensione di una neoplasia darà all’oncologo
indicazione sulla miglior terapia da consigliare e aiuterà a formulare una
prognosi.
Il percorso diagnostico può variare a seconda del tipo di
tumore, della sede d’insorgenza e del paziente stesso
La diagnosi oncologica si basa sullo studio di campioni di
tessuto tumorale derivanti da prelievi di tipo istologico (biopsia) citologico
(ago aspirato) o da valutazione ematologica o del midollo osseo. In alcuni casi
può rendersi indispensabile approfondimenti mediante esami aggiuntivi quali:
biologia molecolare, immunoistochimica o immunocitochimica, test di clonalità,
citofluorimetria.
I segnali che possono indicare la presenza di un tumore possono
essere secondari alla crescita volumetrica della massa o dalle metastasi oppure
dal rilascio da parte del tumore di sostanze biologicamente attive (ormoni,
istamina, calcio..)
I campanelli
d’allarme sono molti e possono essere più o meno generici:
– dimagramento
– disappetenza
– difficoltà ad alimentarsi
– scialorrea
– maggior assunzione di acqua e della minzione
– astenia/intolleranza all’esercizio
– odori anomali
– difficoltà nella defecazione/minzione/ respirazione
– presenza di noduli/tumefazioni
– dilatazione dell’addome
– sanguinamenti
– alterazioni nell’andatura