Trattare un cane con un tumore è accanimento terapeutico?

Il trattamento di un paziente oncologico ha lo scopo di ottenere un miglioramento dello stato clinico del paziente fino a raggiungimento, e quindi al mantenimento, di una condizione di benessere per un tempo più lungo possibile.

Non si può parlare di accanimento terapeutico se c’è assenza di sofferenza e c’è ritrovato piacere da parte del paziente nel partecipare alla vita del suo branco famiglia.

Il veterinario oncologo metterà in atto tutte le sue competenze secondo il principio di “scienza e coscienza” per salvaguardare la dignità del paziente e della sua qualità di vita durante tutta la durata del trattamento, avvalendosi anche dell’aiuto del team dei colleghi anestesisti per programmare eventuali piani analgesici personalizzati.

Cos’è l’ elettrochemioterapia?

L’ elettrochemioterapia è una metodica innovativa in medicina veterinaria.Viene effettuata somministrando un chemioterapico per via endovenosa e successivamente viene applicato un campo elettrico attorno alla zona da trattare.

Questo campo elettrico altera transitoriamente la permeabilità della membrana cellulare e permettere in tal modo l’ingresso massivo del farmaco nell’area interessata.Il trattamento viene fatto con il paziente in anestesia.

 Può essere utilizzata da sola, per trattare tumori non asportabili, oppure in associazione a chirurgia, in modo da trattare i margini chirurgici delle neoplasie non asportabili in maniera radicale o particolarmente aggressive

Cosa si intende per remissione?

Per remissione si intende l’assenza di malattia evidente. Non significa purtroppo che si sia ottenuta la guarigione, ma che il tumore, in questa fase, è sotto controllo e che non compromette la qualità di vita del paziente.  

Una volta raggiunto questo traguardo sarà importante proseguire con le terapie impostate al fine di “consolidare” la remissione, per poi passare, in un secondo momento ad un regime di monitoraggio.

Quanto dura una seduta di chemioterapia? Ed ogni quanto va effettuata?

La maggior parte dei farmaci richiedono tempi di somministrazione inferiori alla mezz’ora. Esistono tuttavia protocolli per cui viene richiesta una somministrazione della durata anche di più ore. I proprietari possono rimanere con il proprio animale durante tutta la durata del trattamento oppure, per incontrare le esigenze personali, le tarapie  possono essere eseguite in regime di day hospital, con ricovero al mattino e dimissioni in serata. 

La cadenza della somministrazione potrà essere giornaliera (in tal caso solo per specifiche terapie orali), settimanale o ogni 2-3 settimane.

La chemioterapia comporta effetti collaterali?

Gli effetti collaterali più frequenti della chemioterapia sono rappresentati da manifestazioni gastroenteriche come vomito e diarrea e diminuzione della produzione di cellule da parte del midollo osseo (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine). Gli effetti collaterali sono conseguenti all’interazione dei farmaci con i normali meccanismi di divisione anche delle cellule non tumorali.

Le manifestazioni gastroenteriche, se si manifestano, sono la maggior parte delle volte lievi e possono essere facilmente gestite mediante la somministrazione di farmaci sintomatici. Eventuali tossicità a carico del midollo osseo possono invece richiedere di posticipare le sedute successive o l’utilizzo di farmaci che possano stimolare la funzionalità del midollo. Sono rare le complicazioni che richiedano il ricovero del paziente.

Alcuni farmaci chemioterapici, infine, presentano dei profili di tossicità caratteristici (renali, epatici, cardiaci) per cui verrà valutato lo stato di salute generale del paziente prima del loro utilizzo ed in corso di svolgimento di terapia.

Cos’è la chemioterapia?

Per chemioterapia si intende il trattamento di tumori mediante l’utilizzo di farmaci antitumorali.La somministrazione può avvenire per via endovenosa, orale o intraperitoneale.

Lo scopo dei farmaci antitumorali è di interferire con la duplicazione delle cellule tumorali.La scelta dei farmaci dipende dal tipo di neoplasia e da fattori individuali del paziente.

Può essere utilizzato un solo farmaco oppure possono essere impostati dei protocolli chemioterapici che prevedano l’utilizzo di più farmaci secondo precisa tempistica ed alternanza.

Ogni protocollo proposto trova supporto nella letteratura scientifica internazionale. L’oncologo clinico potrà però decidere di modificare i protocolli standard al fine di salvaguardare la qualità di vita del paziente, riconoscendo la sua unicità come individuo, con rispetto ed umanità.

Come si tratta un tumore?

Abbiamo a disposizione numerose armi atte a combattere le neoplasie: chirurgia, chemioterapia, terapia a bersaglio molecolare, radioterapia, elettrochemioterapia.

La proposta terapeutica per un paziente deriva dall’analisi contestuale di tutti i dati raccolti in sede di diagnosi e stadiazione considerando ovviamente lo stato di salute generale del paziente e le patologie concomitanti. Talvolta potrà essere consigliato un approccio multimodale, che preveda cioè l’utilizzo di più metodiche, come ad esempio chirurgia e chemioterapia.

Ogni proposta terapeutica verrà discussa attentamente con i proprietari a cui verranno illustrati in modo approfondito i pro e i contro.

Cos’è la stadiazione?

Per stadiazione si intende l’esecuzione di test atti a stabilire l’estensione della malattia oncologica.

Ci si potrà avvalere della diagnostica per immagini (ecografia/radiologia/tc/risonanza magnetica) e di prelievi citologici o istologici dei linfonodi e di organi target per la localizzazione di metastasi.

Conoscere l’estensione di una neoplasia darà all’oncologo indicazione sulla miglior terapia da consigliare e aiuterà a formulare una prognosi.

Come si ottiene una diagnosi?

Il percorso diagnostico può variare a seconda del tipo di tumore, della sede d’insorgenza e del paziente stesso

La diagnosi oncologica si basa sullo studio di campioni di tessuto tumorale derivanti da prelievi di tipo istologico (biopsia) citologico (ago aspirato) o da valutazione ematologica o del midollo osseo. In alcuni casi può rendersi indispensabile approfondimenti mediante esami aggiuntivi quali: biologia molecolare, immunoistochimica o immunocitochimica, test di clonalità, citofluorimetria.

Quali sono i segnali con cui si manifesta un tumore?

I segnali che possono indicare la presenza di un tumore possono essere secondari alla crescita volumetrica della massa o dalle metastasi oppure dal rilascio da parte del tumore di sostanze biologicamente attive (ormoni, istamina, calcio..)

 I campanelli d’allarme sono molti e possono essere più o meno generici:

– dimagramento

– disappetenza

– difficoltà ad alimentarsi

– scialorrea

– maggior assunzione di acqua e della minzione

– astenia/intolleranza all’esercizio

– odori anomali

– difficoltà nella defecazione/minzione/ respirazione

– presenza di noduli/tumefazioni

– dilatazione dell’addome

– sanguinamenti

– alterazioni nell’andatura